Giornata Mondiale della Salute Mentale: parliamo di benessere e lavoro

di Francesco Naviglio[1]

Il  10 ottobre è la Giornata Mondiale della Salute Mentale durante la quale si deve affrontare  anche  il tema del  benessere nei luoghi di lavoro lavoro.

Secondo recenti ricerche meno di un lavoratore su dieci (9%) sta davvero bene sul posto di lavoro e solo uno su quattro ritiene che la propria azienda si occupi concretamente del suo benessere. Eppure ormai gran parte dei manager e dei lavoratori, oltre che dei consulenti e formatori, concordano che il benessere sul lavoro è un fattore determinante per la soddisfazione dei dipendenti e per il successo delle aziende.

Non si tratta più solo di fornire stipendi competitivi o di rispettare le normative sulla salute e sicurezza, ma di creare un ambiente di lavoro che stimoli e favorisca il benessere fisico, mentale ed emotivo dei lavoratori.

Questo concetto si collega alla crescente consapevolezza dell’importanza della qualità e sostenibilità della vita lavorativa, anche in relazione all’equilibrio casa-lavoro  e del suo impatto sulla produttività, sulla motivazione e sul senso di appartenenza all’azienda. Nelle  aziende Il benessere sul lavoro contribuisce direttamente al mantenimento e al rafforzamento della  salute psicologica e fisica di tutti coloro che vi operano, influenzando positivamente le prestazioni e riducendo i livelli di assenteismo e turnover.

I collaboratori che si sentono apprezzati e supportati sono più propensi a essere proattivi, creativi e impegnati nel raggiungere gli obiettivi aziendali. Inoltre, lavorare in un contesto che promuove il benessere migliora anche la capacità dei dipendenti di affrontare lo stress, riducendo così il rischio di burnout.

Su quali aspetti dovrebbero investire le aziende per attrarre e trattenere i talenti? E’ questa una domanda a cui rispondere è in apparenza semplice ma, come molti sanno, spesso sono risposte di convenienza che poi, nella realtà, non trovano corrispondenza.

Dichiarare buone intenzioni è semplice, realizzarle spesso è difficile. La statistica riportata in premessa ne è la prova e allora dobbiamo approfondire e analizzare il problema in quanto dalla sua soluzione dipende l’efficienza dell’azienda ed il benessere dei lavoratori.

Uno degli aspetti da curare in via prioritaria è la coerenza delle politiche del personale e con essa l’uniformità degli stili di leadership dei vertici aziendali. E’ necessario, infatti, che alle dichiarazioni corrispondano delle azioni concrete nella gestione del personale.

Quindi per  attrarre e trattenere talenti è necessario lasciare  emergere la creatività e investire in progetti innovativi; le aziende che favoriscono un ambiente di lavoro stimolante, che incoraggia nuove idee, sperimentazione e risoluzione creativa dei problemi, attraggono persone orientate all’innovazione, innescando cosi un processo virtuoso e proficuo per l’azienda e per i lavoratori.

I fattori emergenti che le aziende devono promuovere, specialmente nell’attuale  contesto cosi dinamico e in continuo mutamento, dovranno essere:

  1. Salute mentale e fisica: Un ambiente di lavoro che promuove il benessere riduce lo stress, l’ansia e il burnout. I dipendenti che si sentono fisicamente sicuri e mentalmente supportati sono più propensi a essere produttivi e a mantenere un equilibrio positivo tra vita privata e lavoro.
  2. Motivazione e produttività: Il benessere sul lavoro aumenta la motivazione dei dipendenti, poiché si sentono valorizzati e supportati. Quando un’organizzazione investe nel benessere dei propri lavoratori, questi sono più inclini a impegnarsi e a raggiungere obiettivi professionali con maggiore energia e dedizione.
  3. Clima aziendale e relazioni interpersonali: Un ambiente sano promuove la collaborazione e la comunicazione positiva. Questo crea una cultura aziendale più aperta e trasparente, dove i dipendenti si sentono ascoltati e parte integrante dell’organizzazione.
  4. Fiducia e fedeltà: Le aziende che dimostrano di prendersi cura del benessere dei loro dipendenti tendono a sviluppare un rapporto di fiducia più solido. Questo riduce il turnover del personale, poiché i dipendenti sono più propensi a restare in un ambiente che riconosce il loro valore e li sostiene.
  5. Sviluppo personale e professionale: I programmi di benessere che includono opportunità di formazione, crescita personale e sviluppo delle competenze aiutano i dipendenti a sentirsi realizzati non solo nel lavoro quotidiano, ma anche nel loro percorso di carriera.
  6. Riduzione dell’assenteismo: Un ambiente che promuove il benessere tende a ridurre le assenze per malattia o stress, migliorando la continuità e la qualità del lavoro. Un dipendente che si sente bene fisicamente e psicologicamente è meno incline a prendere permessi frequenti.
  7. Autostima e riconoscimento: Il benessere sul lavoro va di pari passo con il riconoscimento del valore del singolo dipendente. Un lavoratore che si sente apprezzato e rispettato tende ad avere un’autostima più alta, il che porta a una maggiore soddisfazione e coinvolgimento.

In sintesi, promuovere il benessere sul lavoro è fondamentale per garantire che i dipendenti si sentano soddisfatti, appagati e motivati, portando a risultati migliori sia per gli individui che per l’organizzazione nel suo complesso.

E’ innegabile che le aziende e chi le popola siano elementi cardine della società moderna ed ecco quindi che in ultima analisi la cura del benessere mentale in azienda diventa volano di miglioramento  della società tutta.

Brescia, 10 ottobre 2024

[1] Segretario Generale di AIFOS.