L’accordo Stato-Regioni in tema di salute e sicurezza dei lavoratori del 21 dicembre 2011 ha ampliato, a volte anche in misura sostanziale, il numero di ore dei corsi di formazione che devono essere frequentati dai lavoratori. Il numero di ore si differenzia per il ruolo svolto in azienda e in base al tipo di rischio cui i lavoratori stessi sono esposti. Continua a leggere→
Lo scorso 25 luglio sono state approvate dalla Conferenza Stato-Regioni le linee guida sulla formazione attese da tempo.
Tra i diversi temi trattati una certa rilevanza ha ricoperto quello relativo alla formazione in modalità e-learning. Non si aspettavano e non ci sono state novità di rilievo salvo la precisazione che era nell’aria: per i corsi in cui la verifica finale sia prevista in presenza, questa può essere fatta tramite videoconferenza. Continua a leggere→
8 agosto 2012. In aumento le aziende italiane che fanno riferimento alle modalità di comunicazione dell’Itc – dall’e-learning alle ‘aule virtuali’ – per la qualificazione dei propri lavoratori. Se queste tecnologie possono garantire ottimizzazione dei costi e flessibilità, tuttavia è bene fare attenzione a un mercato dove l’offerta non è sempre sinonimo di qualità.
Sul sito dell’Inail è apparso un articolo che tratta questo argomento e contiene alcune mie riflessioni rilasciate all’amico articolista.
Ancora una volta la natura ha colpito alcune zone del nostro territorio portando morte e distruzione e mettendo in tragica evidenza l’inadeguatezza delle misure di prevenzione e il dissesto ambientale e urbanistico che fungono da cassa di risonanza degli eventi climatici. Pur valutando come eccezionali gli eventi atmosferici di questi giorni non si può non sottolineare che la mancata manutenzione delle fogne, la presenza di alvei di torrenti senza adeguati sbocchi per possibili inondazioni, lottizzazioni senza piani di salvaguardia ambientale realizzati in barba a qualsiasi norma di prevenzione e tutela dell’ambiente hanno determinato una moltiplicazione degli effetti dannosi.Continua a leggere→
Dal 1° giugno 2010 sonoDocente Formatore Senior per la Sicurezza certificato Cepas
Siamo 25 in Italia! Speriamo di essere sempre di più per qualificare la formazione della salute e sicurezza sul lavoro sottraendola alle improvvisazioni e ai mercanti di attestati.
Dopo una apparente calma dei mercati internazionali, durata pochi mesi, all’improvviso si è scatenata una nuova tempesta le cui cause e finalità mi sono oscure ma certamente penso siano dettate dalla speculazione di grossi gruppi internazionali che guidano le sorti dell’economia e della politica mondiale.
Tutto è successo all’improvviso a fine maggio e nel giro di pochi giorni si sono riuniti i massimi vertici, politici ed economici, dei paesi europei che hanno immediatamente preso drastiche misure, sembra, per contenere i disavanzi dei paesi europei e avviare il risanamento dei loro conti pubblici.Continua a leggere→
Il 1° dicembre 2009 è stato presentato alla Sala delle Colonne di Palazzo Marini a Roma il “Primo rapporto AIFOS sullo stato della formazione sulla sicurezza in Italia” di cui sono coautore.
Con questo lavoro abbiamo voluto dare la parola ai lavoratori sentendo direttamente da loro cosa pensano della formazione sulla sicurezza e se sono soddisfatti di come viene gestita la sicurezza in azienda.
1.000 questionari con oltre 80 domande è un campione ampiamente rappresentativo e i risultati non potranno non essere al centro del dibattito sulla sicurezza del lavoro in Italia.
Nel suo libro “Maori Games and Haka”, lo studioso Alan Armstrong descrive la Haka così:
“La Haka è una composizione suonata con molti strumenti. Mani, piedi, gambe, corpo, voce, lingua, occhi… tutti giocano la loro parte nel portare insieme a compimento la sfida, il benvenuto, l’esultanza, o il disprezzo contenute nelle parole. È disciplinata, eppure emozionale. Più di ogni altro aspetto della cultura Maori, questa complessa danza è l’espressione della passione, del vigore e dell’identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell’anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti.”
È dunque una danza che esprime il sentimento interiore di chi la esegue, e può avere molteplici significati. Non si tratta, infatti, solo di una danza di guerra o intimidatoria, come è spesso erroneamente considerata, ma può voler anche essere una manifestazione di gioia, di dolore, una via di espressione libera che lascia a chi la esegue momenti di libertà nei movimenti.
È comunque un rituale che cerca di impressionare, come si può ben vedere dall’esibizione degli All Blacks: si roteano e si spalancano gli occhi, si digrignano i denti, si mostra la lingua, ci si batte violentemente il petto e gli avambracci, si dà quindi un saggio di potenza e coraggio, che si ricollega allo spirito guerriero dei Maori.
Può forse servirci per ridarci una “dosata” aggressività nella società?