Formazione…dal CoronaVirus all’ “Anno che Verrà” – La tecnologia a supporto dell’aula

Caro amico ti scrivo
Così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano
Più forte ti scriverò

Da quando sei partito
C’è una grossa novità
L’anno vecchio è finito ormai
Ma qualcosa ancora qui non va”

L’Anno che verrà – Lucio Dalla[1]

Pubblicato su I Quaderni della Sicurezza, n.4 del 2020

1 – Premessa

I versi riportati sono di una storica canzone di Lucio Dalla scritta nel 1979, nel pieno degli anni bui del terrorismo. Quella cantata da Dalla è una lettera di speranza in un futuro migliore, un augurio che fa e si fa:

“…Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
Ogni Cristo scenderà dalla croce
E anche gli uccelli faranno ritorno…”

A sottolineare il messaggio di speranza, lo stesso Dalla, in una trasmissione radio, risponde alle critiche di pessimismo di un ascoltatore spiegando: “Ho fatto una canzone tutto fuori che pessimista, non ci sono miracoli, l’unico che possiamo fare è quello su di noi, essere sempre funzionanti, non vedere sempre il nero, il terribile”.

Si sarà capito che Lucio Dalla è il mio cantante preferito in quanto tutta la sua musica, anche se di protesta e critica, ha sempre uno sfondo di speranza e fiducia.

Proprio perché il 2020 è stato caratterizzato dall’emergenza Coronavirus, in cui spesso tutti noi abbiamo avuto sentimenti di ansia e paura, ho voluto iniziare questo articolo con i versi di Dalla per sottolineare la necessità di guardare comunque al futuro con fiducia nella ripresa di una vita normale.

Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus si sente spesso dire che “…più niente sarà come prima…”! Anche se può sembrare una frase apocalittica concordo pienamente. In momenti di grossa crisi, di qualsiasi tipo, l’uomo per sopravvivere si è evoluto ricercando soluzioni adatte al superamento della criticità e al ripristino di una normalità che, comunque, non sarà come la normalità precedente.

Nella scienza dell’organizzazione si sostiene che ogni crisi è una opportunità di crescita e miglioramento, ma solo se affrontata con spirito creativo e costruttivo. Ciascuno di noi, probabilmente, ha vissuto momenti di difficoltà e crisi che ha dovuto affrontare e risolvere in modo più o meno difficoltoso; il “dopo” è stato sempre qualcosa di diverso che ha modificato inevitabilmente il “prima”. La qualità del risultato del dopo, quasi sempre, dipende dal modo e dagli strumenti con cui si è affrontato il momento di crisi e di difficoltà.

La situazione di emergenza ha imposto a tutti noi una modifica degli stili di vita e di lavoro e come formatori dobbiamo prendere atto che il mondo della formazione ne uscirà sicuramente modificato in relazione al modo di concepire il rapporto formatore-discente e agli strumenti da utilizzare nel processo formativo.

In questo periodo di blocco forzato delle attività d’aula si è fortunatamente fatto ricorso alla tecnologia informatica che tramite web ha permesso, volenti o nolenti, di proseguire le attività di formazione per quelle parti e quegli argomenti che non comportassero attività manuali e di pratica con strumentazioni.

Indubbiamente c’è stato un forte stravolgimento dell’attività di molti di noi e questo ha imposto di rivedere “obtorto collo” le nostre convinzioni in tema di metodologie formative e di rapporto con i partecipanti ai corsi.

Improvvisamente e prepotentemente la tecnologia ed il web sono entrati nelle nostre abitudini di “connessione” con il mondo, i parenti, gli amici, per rimanere in collegamento con il mondo del lavoro e per formarsi. Questo ultimo aspetto è quello che probabilmente, come formatori, innoverà profondamente i nostri metodi di concepire e realizzare l’attività di formazione.

2 – Un po’ di storia

Come sostenuto dalla Dott.ssa Simona Bontempelli in un interessante studio disponibile in rete, “Con l’espressione Formazione a Distanza si intende un tipo di formazione indipendente dallo spazio e dal tempo di erogazione e caratterizzato dalla separazione fisica tra insegnante e discente. Ciò significa che lo studente, in base alle proprie necessità e alle proprie possibilità, può scegliere il luogo e il momento più opportuni per avviare l’attività di apprendimento. E questo è molto importante se si considerano le difficoltà che possono incontrare sia gli studenti lavoratori sia coloro che abitano lontano dai centri che erogano la formazione o che hanno difficoltà a raggiungerli (disabili, ospedalizzati…). Ed è altrettanto rilevante in un’ottica di formazione continua, ossia di una formazione che accompagni l’individuo durante tutto l’arco della vita e non sia limitata ai primi anni di esistenza. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare a primo avviso, la formazione a distanza non è così recente bensì ci appartiene da molto tempo, cioè da quando ha cominciato a diffondersi la scrittura, subendo un’accelerazione dopo la rivoluzione gutemberghiana. Il testo scritto ha reso possibile il trasferimento del messaggio in tempi e ambiti diversi da quelli in cui viene redatto.”

La Dott.ssa Bontempelli ci ricorda infatti che: “Nei primi del ‘900 la BBC, utilizzando le trasmissioni radio, propose un programma di lezioni integrative dei corsi scolastici e, nello stesso periodo, Radio Canada inserì nella sua programmazione trasmissioni educative rivolte agli agricoltori perché potessero migliorare e aggiornare le tecniche professionali senza esser costretti ad abbandonare il luogo di lavoro. Sempre in quegli anni l’Università dello Iowa organizzò un insegnamento via telefono per studenti disabili. Il sistema radiofonico fu di ausilio anche alla Francia che, durante gli anni della seconda guerra mondiale, predispose un servizio di scolarizzazione primaria e secondaria. Verso gli anni ‘50 del secolo scorso iniziano a diffondersi le prime televisioni; in Italia, il 15 novembre del 1960, la RAI trasmette per la prima volta un programma destinato all’insegnamento della lingua italiana agli analfabeti. “Non è mai toppo tardi”, questo era il titolo, prevedeva tre appuntamenti ogni settimana di mezz’ora ciascuno; chi possedeva un televisore poteva assistere individualmente alla trasmissione, gli altri potevano seguirla in uno dei duemila posti d’ascolto sparsi in numerose parti d’Italia, specialmente nei luoghi privi di strutture scolastiche.”

Nell’immaginario di molti italiani anche la Scuola Radio Elettra (S.R.E.) occupa un posto di rilievo. Dal 1951, anno della sua fondazione a Torino, fino alla prima metà degli anni ’90 tale scuola ha formato a distanza oltre un milione e mezzo di tecnici in Italia e all’estero.

Continuando con il nostro excursus storico, “A cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70 del Novecento, con la diffusione capillare del mezzo televisivo e con il successivo ingresso sul mercato del personal computer, l’istruzione a distanza acquisisce una maggior consapevolezza teorica; si passa così ai cosiddetti sistemi Fad di seconda generazione o plurimediali, caratterizzati da un uso integrato di materiale cartaceo, trasmissioni televisive, registrazioni sonore e, successivamente, videoregistrazioni e software didattico.

Arriviamo quindi ai giorni nostri: “La diffusione delle reti telematiche e il successivo sviluppo del World Wide Web forniscono un nuovo impulso alla formazione a distanza, aprendo le porte a quella che viene definita la Fad di terza generazione.

I modelli di terza generazione si avvalgono in modo particolare di sistemi di computer conferencing, cioè ambienti di comunicazione, strutturati per aree tematiche, basati sulla messaggistica elettronica (liste di discussione, newsgroup, forum, ecc.). L’uso di interazione scritta per la formulazione e la verbalizzazione delle proprie idee ed argomentazioni comporta l’esercizio di rilevanti abilità cognitive. Inoltre, la partecipazione attiva, permettendo a ciascuno di osservare l’argomento di studio dal punto di vista degli altri studenti, favorisce l’arricchimento del contesto didattico.”

Il tratto distintivo di quest’ultima generazione va cercato nel superamento della “distanza sociale”, al di là di quella puramente geografica. L’apprendimento torna ad essere un “processo sociale”, i computer si trasformano da semplici strumenti per l’acquisizione individuale di unità didattiche “preconfezionate” in potenti mezzi per comunicare, interagire e collaborare.[1]

In questo breve paragrafo ho voluto riportare i punti salienti dell’evoluzione storica della formazione, al fine di ripercorrere le tappe che ci hanno portato fino ai giorni nostri e fino all’utilizzo dei nuovi potenti mezzi dell’e-learning e della videoconferenza, rivalutati ed apprezzati soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria.

3 – Dal web all’aula e viceversa

Dopo questo breve excursus storico mi permetto di esprimere un mio parere personale: sono fermamente convinto che la formazione in presenza non verrà del tutto sostituita da quella a distanza. L’ormai nota lezione frontale verrà trasformata e riorganizzata con l’ausilio dei potenti strumenti informatici a nostra disposizione. La formazione a distanza si affiancherà alla formazione in aula, con lo sviluppo di corsi blended.

Marianna Pavanello, sostiene giustamente che “con l’avvento della formazione on-line, l’apprendimento diventa un processo sociale dinamico che prevede il ruolo attivo dell’utente che entra a far parte di una comunità in cui regna una condivisione di tipo orizzontale della conoscenza. Tutto ciò favorito dal passaggio dal Web 1.0 al Web 2.0 e la nascita di strumenti che facilitano le attività autoriali, di condivisione, collaborazione, partecipazione. La rete utilizzata non più soltanto come strumento per accedere alle informazioni ma contraddistinta da caratteristiche social (wiki, blog, youtube, social software ecc.) favorisce il consolidamento del concetto di e-learning e la sua applicazione in contesti diversi: formazione universitaria, aziendale, formazione continua”.[2]

Dovremo imparare ad accettare questa nuova metodologia formativa che certamente aiuterà docenti, discenti e la società tutta a conciliare innumerevoli aspetti tra cui la sostenibilità ambientale, il risparmio di tempo, lo sviluppo di nuove competenze tecnologiche ed informatiche, nonché una diminuzione del livello di stress lavoro-correlato.

AiFOS ne ha già ampiamente sfruttato le potenzialità e continuerà a farlo, in quanto la formazione a distanza rappresenta e rappresenterà uno strumento preponderante dei giorni futuri.

Bisogna tuttavia lavorare bene sul coinvolgimento dei partecipanti, affinché la loro partecipazione sia attiva e collegandosi al corso vengano immersi in una dimensione interessante.

Sono molto d’accordo, infatti, con quanto sostenuto da Giusi Miccoli nell’interessante articolo “Smart learning per smartw worker: il processo di apprendimento al tempo del coronavirus”, quando afferma che:

“Le parole chiave della nuova didattica sono “interattività”, “esperienza” ed “apprendimento immersivo”. L’apprendimento tramite web si migliora tramite la dimensione social e collaborativa. La gestione di webinar e di aule e stanze digitali è garantita da docenti, esperti, coach ma anche dal ruolo attivo degli utenti, che individualmente o in piccoli gruppi co-partecipano allo sviluppo di contenuti, alla sperimentazione di competenze, alla condivisione delle esperienze. Gli ambienti social e collaborativi integrano così la formazione “ad una via” grazie anche all’utilizzo di meccanismi e strumenti di gamification”[3].

4 – L’anno che verrà

“….. Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno…

Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno
Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno

E si farà l’amore ognuno come gli va
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a una certa età ….”

Con queste parole Lucio Dalla immagina e spera che il nuovo anno porti “…una trasformazione…”, e termina con:

“…L’anno che sta arrivando tra un anno passerà

Io mi sto preparando

È questa la novità…”

Certamente, anche noi possiamo dire che questo periodo di pandemia sta delineando nuovi trend su cui, nei prossimi mesi, dovremo riflettere per progettare, comprendere e garantire al meglio l’evoluzione dei processi di apprendimento: la formazione a distanza asincrona e sincrona tende e tenderà sempre più verso l’apprendimento digitale, i percorsi di apprendimento diventeranno multi-utente e personalizzati perdendo una buona dose di standardizzazione.

La sfida è aperta. Normalmente tutte le innovazioni devono passare attraverso un processo naturale, anche lungo, prima di essere adottate; oggi, tuttavia, a causa l’emergenza sanitaria siamo obbligati a cambiare velocemente e inserirci nel flusso dell’innovazione senza resistere, ma assecondando il cambiamento. Non solo il mondo della formazione cambierà; tutti i contesti, sociali ed economici, modificheranno le loro abitudini, certezze e modi di relazionarsi.

In realtà, possiamo diventarne gli attori se crediamo ed investiamo sullo sviluppo delle nostre competenze professionali, ma soprattutto trasversali. Anche i formatori non dovranno solo subire, ma aprirsi alle tecnologie consapevoli che proprio il digitale da essere una minaccia può rivelarsi una incredibile opportunità a patto che anche loro si evolvano nelle modalità di approccio ai partecipanti, nelle singole competenze digitali, nelle modalità comunicative, nella programmazione di corsi, finanche alla semplice ridefinizione del patto d’aula e alla somministrazione di questionari di gradimento e di verifica  dell’apprendimento che “nell’anno che verrà” non potranno più essere quelli fin qui consolidati.

I protagonisti del processo formativo condotto tramite il web non sono e non saranno figure nuove; si tratterà degli stessi soggetti, con immutati ruoli e competenze che sono già presenti nell’ambito della formazione tradizionale, ma che dovranno assumere consapevolezza dei compiti e delle funzioni molto diverse che saranno chiamati ad assumere nel quadro della nuova metodologia di formazione tramite strumenti informatici.

Tra i suoi nuovi compiti vi sarà senza dubbio quello di coinvolgere e stimolare all’apprendimento quella che un tempo era l’“aula tradizionale” secondo i nuovi canoni, rendendo partecipe ogni singolo partecipante alle azioni formative, facendogli assumere un ruolo attivo. Questo nuovo modo di fare formazione non determinerà l’eliminazione dell’aula ma il suo inserimento in un processo formativo nuovo e più agile.

In particolare, sicuramente la formazione alla salute e sicurezza sul lavoro subirà una profonda innovazione nelle modalità di erogazione e di progettazione dei corsi di formazione. Ad oggi sia erogazione che contenuti erano disciplinati da norme di legge che accordi stato-regioni che arrivavano alla determinazione anche di minimi particolari lasciano poco spazio alla progettazione individuale del formatore e alla sua gestione dell’aula.

La frase “…non sarà più come prima…” rappresenta esattamente il domani della formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro. L’enorme numero di formazione erogata tramite e-learning e videoconferenze nei mesi scorsi ha decisamente modificato le abitudini di discenti e docenti facendo sperimentare in modo diretto l’attività di formazione tramite strumenti di terza generazione.

Di questa esperienza ne beneficerà anche la tradizionale formazione in aula. I contesti e i rapporti con i partecipanti da parte dei docenti in aula dovranno svilupparsi mediante le nuove dimensioni “interattività”, “esperienza” ed “apprendimento immersivo” ricordate per la formazione a distanza.

Gli stessi programmi, ancora disciplinati dai decreti legislativi e dagli Accordi Stato-Regioni che potremmo definire di “seconda generazione” relativamente alla loro progettazione e gestione, potranno evolvere secondo logiche di “terza generazione”.

L’errore che noi formatori della salute e sicurezza sul lavoro non dobbiamo assolutamente fare è di mettere in concorrenza e contrapposizione la formazione erogata in aula con quella fruita tramite sistemi multimediali.

Dal “paidagogos”[4] e dal “grammatikos”[5] dell’antica Grecia, nel corso dei secoli molto è cambiato nel mondo della didattica e della formazione e molto cambierà ancora. La sfida che ci attende è quella di rimanere sempre aggiornati e condividere le innovazioni metodologiche e tecnologiche, che influenzeranno il mondo della formazione, pur garantendo sempre un adeguato livello di contenuti ed efficacia della nostra offerta formativa, soprattutto perché da essa dipende la integrità psico-fisica dei partecipanti ai nostri corsi.

[1] La ricerca completa è disponibile a questo link.

[2] “E-learning: storia e definizione” a cura di Marianna Pavanello – UNIFE.

[3] L’articolo completo è reperibile a questo link.

[4] Nell’Antica Grecia i genitori affidavano i propri figli, a partire dai 6 anni, alle cure di uno schiavo denominato “paidagogos”

[5] In epoca ellenistica si diffuse la figura del cosiddetto “grammatikos”, il professore che si occupava della formazione letteraria dei giovani tra i 14 e i 18 anni.

[1] Lucio Dalla (Bologna 4 marzo 1943 – Montreux, 1° marzo 2012) è stato un cantautore, musicista e attore italiano.

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